La collezione dei documentari
- Documentari Istituto Nazionale Luce (1924-1961)
- Documentari Istituto Luce SpA (1962-1998)
- Documentari Incom (1938-1965)
- Documentari Opus (1947-1966)
- Documentari Co-produzioni Luce (1968-1998)
- Documentari Astra (1954-1960)
- Documentari Ufa (1932-1944)
- Documentari Ciac (1949-1981)
- Documentari Sampaolo (1969)
- Documentari S.I.C. (1924-1926)
- Documentari SetteG (1970-1980)
- Altre produzioni italiane (1908-1997)
- Altre produzioni straniere (1884-1975)
Il fondo "Documentari" comprende un ricco patrimonio di soggetti cinematografici appartenenti al genere "non-fiction", muti e sonori, in bianco e nero e a colori, di lunghezza variabile - corto, medio e lungometraggi -, relativi a molteplici e storici argomenti dagli anni Dieci agli anni Novanta del XX secolo. In particolare il fondo raccoglie: la produzione documentaristica dell'Istituto Nazionale Luce quale ente foto-cinematografico dello Stato e del regime attivo durante il ventennio fascista; i documentari realizzati o distribuiti dall'azienda, nell'ambito delle sue funzioni istituzionali, a partire dal secondo dopoguerra; e tutte le acquisizioni di materiale prodotto esternamente da grandi e piccole case cinematografiche italiane e straniere. L'archivio storico Luce conserva complessivamente - tenendo conto anche delle collezioni acquisite o donate - circa 6000 soggetti sommariamente divisibili in 1200 muti (a fotogramma pieno), su supporto infiammabile, e i restanti 4500 circa sonori su supporto infiammabile e safety. Attualmente la banca-dati conta 4731 soggetti inseriti e catalogati di cui 3621 digitalizzati. La suddivisione del materiale per ente produttore è tuttora in fase di revisione.
Cenni storici
La miniera di immagini rare e fonti storiche audiovisive, rappresentata dal fondo "Documentari" dell'Archivio Luce, è il ricco, stratificato, prezioso accumulo nel tempo di quanto prodotto e diffuso dall'Istituto Nazionale Luce negli anni del regime fascista sotto diverse gestioni e direzioni, e di quanto realizzato, acquisito, raccolto e custodito - dal secondo dopoguerra in poi - dal nuovo Istituto Luce quale azienda sorta dalle ceneri del vecchio ente foto-cinematografico di regime con una vocazione, non soltanto produttivo-commerciale, ma anche archivistica di conservazione, arricchimento e valorizzazione del proprio patrimonio filmico. Un ampio e articolato ventaglio di filmati, appartenenti a generi documentaristici, epoche, stili, e autori diversi, si apre a chi consulta questo serbatoio di cultura e memoria storica fissato su pellicola ricco di indimenticabili sequenze, di testimonianze della storia del XX secolo, di corti d'autore, di insegnamenti scientifici e di interessanti sorprese.
Materiale conservato
Il materiale filmico è in diversi formati - principalmente 16 e 35 mm - ed è conservato in quattro locali (tre magazzini, fra cui i Cellari presso la vecchia sede dell'Istituto Luce in piazza Cinecittà, e un deposito). Le pellicole più antiche sono in nitrato di cellulosa, supporto altamente infiammabile, mentre altre sono in acetato o triacetato di cellulosa, e le più recenti in poliestere (safety). Le tipologie di pellicole sono le più savriate: negativi, positivi, lavander, controtipi, internegativi e interpositivi. Delle matrici originali infiammabili si è provveduto a fare i duplicati safety di sicurezza.