La marcia su Roma

Il 28 ottobre del 1922 un gruppo poco organizzato di fascisti marcia sulla capitale rivendicando e ottenendo la guida del governo per Mussolini. È l'inizio della fine dello stato liberale

Uscito nei cinema nel 1923, A noi! è l’unico documento filmico della marcia su Roma. Realizzato da Umberto Paradisi su commissione del partito fascista, reca già nei titoli di testa un’attestazione in carta intestata del Partito Fascista, con tanto di firme, di timbri e di data, 3 novembre 1922, solo tre giorni dopo l’incarico da parte di re Vittorio Emanuele III a Mussolini di formare il governo.
Il film è stato a lungo considerato come una produzione dell’Istituto Nazionale Luce, sia pure sulla base di materiale girato da altri in precedenza. In realtà A noi!, già con questo titolo era in circolazione nel 1923, quando non esistevano ancora né il S.I.C. né il Luce.

È il 28 ottobre del 1922, quando un gruppo poco organizzato di fascisti marcia sulla capitale rivendicando la guida del governo. Quella data sancirà la fine dello stato liberale, l’inizio della dittatura fascista nonché la dabbenaggine di Vittorio Emanuele III, complice di Mussolini e come lui, insieme alla monarchia tutta, travolto dalla fine del fascismo.

Come racconterà Emilio Lussu nel sul libro Marcia su Roma e dintorni: “Che era questa benedetta marcia su Roma? Le idee non erano chiare … Lo stesso Mussolini non aveva idee molto precise. Egli, in una intervista celebre dell’11 agosto, aveva detto: ‘Questa marcia su Roma è strategicamente possibile, attraverso le tre grandi direttrici: costiera adriatica, costiera tirrenica e valle del Tevere’. Il che, come ognuno può controllare sulla carta, è un bel pasticcio“.

Mussolini prende il treno a Napoli, traversa Roma e si confina a Milano. Milano sta dalla parte opposta, a 600 chilometri da Roma. Se fosse rimasto a Napoli, sarebbe stato più vicino. Originale ubicazione di combattimento. Anche con la strategia moderna, 600 chilometri di distanza dal grosso che si batte sono effettivamente molti. Ma, in compenso, Milano ha il vantaggio di essere a pochi chilometri dalla frontiera Svizzera“.