Come muore una democrazia

Il 3 gennaio 1925 Mussolini davanti a un'aula 'sorda e grigia' si assume la responsabilità dell'omicidio di Giacomo Matteotti

Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi“.

Con queste parole il 3 gennaio del 1925 Mussolini, di fronte a un Parlamento che quasi tutte le opposizioni hanno abbandonato qualche mese prima come forma di protesta per l’assassinio di Giacomo Matteotti e come pressione sul governo per indurlo alle dimissioni, si assume la responsabilità piena e completa dell’omicidio del parlamentare socialista e dà di fatto il colpo di grazia alla già molto traballante democrazia liberale.

Tratte dal documentario di Pasquale Prunas, ‘Benito Mussolini. Dalla marcia alla catastrofe‘, del 1962, le immagini ricostruiscono i mesi che partone da quel 3 gennaio 1925 e illustrano i provvedimenti che segnarono la demolizione delle ultime vestigie della democrazia liberale.

Dal rapimento di Matteotti il 10 giugno del 1924 al ritrovamento del suo corpo il successivo giorno di ferragosto, il fascismo era sembrato sul punto di cadere. Mussolini per la prima volta appariva realmente in difficoltà.

Con il discorso del 3 gennaio lo scenario cambia radicalmente: le parole del dittatore e tre attentati falliti in pochi mesi daranno la stura all’instaurazione del Tribunale speciale, all’abolizione della libertà di stampa e all’arresto o l’allontanamento al confino dei suoi avversari politici.

Ci vollero vent’anni, gli omicidi politici, la vergogna delle leggi razziali, l’alleanza con la Germania nazista, una guerra che costo la vita a circa mezzo milione tra militari e civili, la fuga del re, la Resistenza e una sanguinosa guerra civile, prima che l’Italia riuscisse a liberarsi del giogo fascista.