Stefano Benni, dal Bar sport ai romanzi di successo

Scomparso a 78 anni, lo scrittore bolognese nel 1989 raccontava a Serena Dandini la sua prima, e unica, volta dietro la macchina da presa

Scrittore di successo, Stefano Benni, scomparso questa mattina all’età di 78 anni, nel 1989 si dedicò alla regia dirigendo, insieme a Umberto Angelucci, Dario Fo, Paolo Rossi e Viola Simoncioni nel film Musica per vecchi animali tratto dal suo libro Comici spaventati guerrieri. A Serena Dandini che gli domanda come mai nella trasposizione cinematografica non c’è la parte gialla del romanzo, lo scrittore bolognese risponde: “Primo perché il giallo costa troppo, proprio semplicemente. E poi perché volevamo sfruttare molto gli esterni di questa città immaginaria che avevamo trovato con i sopralluoghi, mescolando insieme Roma, Bologna Milano. Ci piaceva molto cioè fare un film ambientato nella periferia, nella nuova periferia insomma, questa cosa mostruosa che sta nascendo nelle città italiane che non è né bella né brutta, non è più la periferia pasoliniana, non è l’America grazie a Dio, è qualcosa di strano“.

Più avanti Benni sostiene che, contrariamente a quanto sostenuto da Umberto Eco, non è difficile trarre un film da un libro “È difficile fare un film fedele al libro, quello è molto difficile. Trarre un film da un libro non è difficile. Si posson prendere l’atmosfera, il soggetto. Fare un film che rispecchi fedelmente le intenzioni, l’atmosfera artistica di un libro è impossibile“.

Più avanti lo scrittore parla delle differenze, soprattutto economiche, che ci sono tra lo scrivere un libro e dirigere un film e di come abbia potuto affrontare questa prova per lui inedita, soprattutto grazie al fatto di avere avuto a che fare con un gruppo di amici: “perché il clima di un film già è molto teso, molto stressante. Credo che l’unico modo per sopravvivere sia lavorare con degli amici. Io non credo ci riuscirei con degli attori che non conosco. Forse è questo il segreto degli uomini di cinema, cioè di lavorare in qualsiasi situazione con gente che non si conosce di piegarli alla propria volontà. Io non credo che sarei capace“.

In conclusione Benni, etichettato sempre come scrittore comico sostiene che “tragico e comico sono due cose contigue che si riflettono si allontanano si respingono ma in nessun modo possono secondo me essere separate“.

Nato a Bologna nel 1947 Stefano Benni ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti nel 1976, Bar sport, che ebbe molto successo tanto da fare di una pasta alla crema, la Luisona, uno dei personaggi più famosi della sua produzione. Tra i romanzi ricordiamo Terra, Comici spaventati guerrieri, Baol. Una tranquilla notte di regime, La compagnia dei Celestini, Saltatempo e Margherita Dolcevita.

Ha collaborato con numerose riviste e quotidiani da L’ Espresso a Linus, da Cuore a Tango, da Repubblica a Il manifesto.