La dichiarazione di guerra

Il 10 giugno 1940 dal balcone di Piazza Venezia Mussolini annuncia che l'Italia è in guerra

La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano“.

Il 10 giugno del 1940, dal balcone di Piazza Venezia, con le celebri parole ai “Combattenti di terra, di mare, dell’aria“, Mussolini annuncia l’entrata in guerra dell’Italia. Convinto che il conflitto sarebbe stato vinto in breve tempo dalla Germania nazista, trascina il paese in una tragedia infinita che, di fatto, segnerà l’inizio della fine del suo regime che non sopravviverà alla guerra.

Mussolini era realmente convinto che la Germania nazista avrebbe vinto la guerra in breve tempo. Su queste basi, e su una sopravvalutazione drammatica delle forze armate italiane, trascinò il paese in una tragedia infinita che, di fatto, segnerà l’inizio della fine del suo regime. Curiosamente sempre il 10 giugno, ma di sedici anni prima, con il rapimento e l’uccisione di Giacomo Matteotti, il regime fascista aveva iniziato a smantellare le ultime parvenze di democrazia ancora presenti nel paese.

Ci vorranno però tre anni di disastri bellici, di morti e infine di bombardamenti a tappeto sulle principali città italiane, per convincere Vittorio Emanuele III a liberarsi di Mussolini, dopo che il Gran Consiglio del fascismo, nella seduta del 25 luglio 1943, lo aveva sfiduciato.

L’8 settembre, la liberazione di Mussolini dal Gran Sasso e la formazione della Repubblica Sociale Italiana e poi infine la Liberazione, anche grazie a quanti aderirono alla Resistenza, segnarono la fine dell’Italia fascista e di lì a pochi mesi, il 2 giugno 1946, anche della Monarchia, troppo compromessa con il fascismo per sopravvivergli.