Senza Pappagone
In questa intervista del 1967 Peppino De Filippo, scomparso a Roma il 27 gennaio del 1980, racconta la nascita del suo personaggio più famoso, Pappagone: "Da ragazzo, io ricordo, non disponevo di soldi. Io ho appartenuto a una famiglia molto povera. Quindi quei pochi soldi che io avevo per sfamarmi, io uscivo, quando avevo appetito, i ragazzi hanno sempre fame, io ne avevo, io mi compravo della frutta e avevo scovato la frutta più a buon mercato, ed era una qualità di prugna che la chiamavano Pappagone. Questa prugna ha le pelle violacea, la polpa è un verdognolo ma molto zuccherina e l'osso si stacca magnificamente. Questa è la qualità di prugna dalla quale ho ricavato il nome Pappagone".
Peppino De Filippo nell’archivio fotografico













È in un Giornale Luce del 1943, in cui si parla di uno spettacolo a favore dei feriti di guerra, che per la prima volta incontriamo in video Peppino De Filippo insieme, tra gli altri, ai fratelli Eduardo e Titina.
Poi si passa direttamente al dopoguerra: nel 1952 la Settimana Incom annuncia che i fratelli De Filippo tornano insieme.
Nel 1960 insieme ad altri colleghi De Filippo protesta per l'abuso del doppiaggio, il reclutamento degli attori stranieri, le edizioni registrate che la televisione reinserisce nei programmi. Nel 1963 l'attore posa per il pittore Gregorio Sciltian.
L'ultimo cinegiornale in cui incontriamo Peppino è del 1973 e si parla, ovviamente, di teatro, del bel periodo che sta vivendo con spettatori in aumento e prezzi che non hanno risentito dell'aumento dell'IVA.
Nell'archivio fotografico troviamo invece i documenti più antichi. Nel Fondo Teatro ci sono vari servizi degli anni Trenta e Quaranta con protagonista la compagnia dei fratelli De Filippo: Ventiquattr'ore di un uomo qualunque, del 1935 e A che servono questi quattrini, di cinque anni più tardi, solo per citarne due.