La giunta di Alessandro Scippa

1975. Maurizio Valenzi diventa il primo sindaco comunista di Napoli, la più grande città del Sud Italia

“Napoli rappresenta il compito più pesante che io abbia mai avuto nella mia vita politica. Anche quello più appassionante. Quello più profondo. E ci resterò legato come una delle cose più interessanti, ma anche più dolenti della mia vita. Essere sindaco di una città come Napoli, con la storia di Napoli, è un grande onore. Però è anche qualcosa che si paga molto caro”. Maurizio Valenzi

1975. Maurizio Valenzi diventa il primo sindaco comunista di Napoli, la più grande città del Sud Italia. Attraverso interviste ai protagonisti dell’epoca e materiale di archivio inedito, questa è la storia di un gruppo di donne e uomini che hanno cercato di realizzare il sogno di una politica vicina alle persone.
Un sindaco carismatico e una squadra di assessori di grande spessore piantarono i semi di una nuova idea di città, in quel periodo ancora segnata dalle ferite della guerra e da una recente epidemia di colera.
Tuttavia, con il terribile terremoto del 1980 e gli interessi economici della ricostruzione si modificarono profondamente gli equilibri politici e criminali, e il destino di Napoli sarà segnato da nuove forme di organizzazione della camorra che oggi, come allora, continua a condizionare la vita della città.

Fuori concorso nella sezione Dei conflitti e delle idee, prodotto da Antonella Di Nocera e da Luce Cinecittà in collaborazione con Fondazione Valenzi e Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, il film, che si avvale dell’amichevole collaborazione di Renato Carpentieri, racconta quella esperienza amministrativa, con la sua specificità umana, i valori civili e gli ideali che la caratterizzarono, che rappresentò un momento storico unico, una vicenda che può anche far interrogare su come e perché il comunismo italiano, con forti legami sociali e culturali di massa, abbia potuto essere spazzato via insieme ai fantasmi del comunismo reale nel 20° secolo.
Con le interviste ai protagonisti di allora e ai figli di quelli che non ci sono più, il film è costruito come un racconto prismatico dove i frammenti di immagini, negli specchi e nelle rifrazioni dell’oggi, nostalgicamente si confrontano con il passato.

I film di Luce Cinecittà al 40° Torino Film Festival

Vedi anche

Intervista al regista Alessandro Scippa

Luce Cinecittà al Torino Film Festival