Dongo 28 aprile 1945, la fine di un dittatore

Bloccato il 27 aprile a Dongo mentre tenta di fuggire in Svizzera travestito da soldato tedesco, Benito Mussolini viene fermato, riconosciuto e giustiziato il giorno dopo a Giulino

Catturato a Dongo il 27 aprile del 1945, mentre cercava di fuggire in Svizzera, Benito Mussolini viene giustiziato il giorno dopo insieme alla sua amante Claretta Petacci e ad altri gerarchi fascisti che si trovavano con lui. A uccidere il duce fu il partigiano Walter Audisio, il colonnello Valerio, su indicazione del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia in un editto che porta le firme, tra gli altri, di Achille Marazza, Ferruccio Parri, Leo Valiani, Luigi Longo e Sandro Pertini.

Esattamente otto anni prima, il 28 aprile del 1937, il duce aveva inaugurato Cinecittà, la casa del cinema, che, insieme a l’Istituto Luce, avrebbe dovuto glorificarne l’immagine a futura memoria.

La cinematografia è l’arma più forte, si diceva. Non così forte però da evitare l’ingloriosa fine di un uomo che in vent’anni aveva ucciso, carcerato ed esiliato i suoi avversari politici, trasformato un paese democratico in una dittatura e lo aveva trascinato in una rovinosa guerra. Un paese da cui, una volta constatato che non c’era più niente da fare, aveva provato a fuggire travestito da soldato tedesco.