Alcide De Gasperi, un padre della Repubblica

Il 19 agosto del 1954 moriva Alcide De Gasperi, tra i maggiori protagonisti della ricostruzione italiana

Alcide De Gasperi ha segnato il primo decennio della storia dell’Italia post fascista, sebbene la sua attività politica avesse avuto inizio già nei primi decenni del Novecento, quando fu dapprima eletto nella Camera dei Rappresentanti d’Austria e successivamente, nel 1921, nella Camera del Regno d’Italia, carica che mantenne fino al 1929.

Caduto il fascismo e terminata la guerra, il 10 dicembre del 1945, De Gasperi successe a Ferruccio Parri nella carica di presidente del Consiglio dei ministri, incarico che mantenne ininterrottamente fino al 1953.

Sono moltissimi i servizi in cui troviamo il politico trentino protagonista. Il primo è una foto datata 1922, del Fondo Patorel, nella quale il futuro Presidente del Consiglio, appoggiato a una macchina con baffi e cappello in testa, discute con altre personalità.

Nel 1946 De Gasperi parla durante un convegno della Democrazia Cristiana: è il primo documento video presente in archivio. Nell’agosto dello stesso anno il Presidente del Consiglio interviene a Parigi durante i lavori della Conferenza di pace.

Nel gennaio del 1947 la visita negli Stati Uniti segna il futuro della storia d’Italia: De Gasperi ottiene gli aiuti per la ricostruzione e tornato in patria rompe l’alleanza con PCI e PSI e inaugura l’era dei governi centristi.

In quattordici scatti la storia politica di Alcide De Gasperi

De Gasperi sarà da allora al centro dell’attenzione: le telecamere lo seguomo quando incontra i leader di altri paesi, quando gira l’Italia per comizi, quando assiste ad avvenimenti mondani, non molti per la verità, e ovviamente quando si sposa sua figlia.

Il 1948 segna per il leader democristiano e per il suo partito il punto più alto della sua carriera politica: la DC, dopo una campagna elettorale tesissima, segnata dalla netta contrapposizione con PCI e PSI, uniti nel Fronte Democratico Popolare, otterrà il 48% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi. Ciò nonostante De Gasperi continuò a governare con i partiti che lo avevano sostenuto dopo la rottura con le sinistre: PSDI, PRI e PLI.

La legge elettorale del 1952, voluta fortemente dal leader D.C., segnò la sua fine politica: i partiti alleati non riuscirono ad ottenere la maggioranza assoluta dei consensi e il conseguente premio di maggioranza. Si apriva una fase nuova per il paese e De Gasperi decise di farsi da parte. Morirà l’anno successivo mentre trascorreva le vacanze nel suo amato Trentino.