Cipria di Giovanni Piperno

Attualità, di redazione, 2 Dicembre 2022

Cipria è un film di fantasmi: tre donne italiane vissute durante il fascismo avevano raccontato le loro vite sperando potessero diventare un film, ma la guerra aveva spezzato il sogno. Di loro non avevamo nemmeno un’immagine: solo i racconti, ancora attuali, delle loro esistenze, che aspettavano da ottanta anni di essere visti ed ascoltati. La sfida è stata quella di visualizzare le loro storie con materiale di repertorio girato tra gli anni venti e gli anni quaranta e nuove riprese, per ridare un volto, una voce e un corpo ad ognuna di loro

1941: l’Italia è in guerra, ma sono ancora mesi di ottimismo, la vittoria sembra vicina, il regime mostra il suo volto più rassicurante, glorioso, e miope. Nonostante le economie, l’autarchia e i soldati al fronte, gli italiani hanno tempo per innamorarsi dei divi del cinema, delle riviste radiofoniche, dei sogni di Cinecittà.

In questo clima, viene lanciato dalla casa cosmetica GiViEmme – gingillo del nobile dandy Giuseppe Visconti di Modrone, padre di Luchino, amico di d'Annunzio e poeta e scrittore a sua volta – un concorso pubblicitario, associato a una cipria di nuova uscita, “Velveris, velo di primavera”. Il concorso invita le donne italiane a mandare la storia, vera, della loro vita, al giornale torinese “L’Illustrazione del Popolo”. Le più belle storie saranno pubblicate e radio sceneggiate, mentre una illustre giuria valuterà quale o quali saranno meritevoli di un premio in denaro e soprattutto di venire trasformate in un film.

Un film tratto da storie femminili vere, nell'Italia del 1941, per vivacizzare e rilanciare il cinema italiano (questo dicevano gli articoli e gli annunci). Non è un caso che a ideare il concorso ci fosse Cesare Zavattini, e la giuria fosse composta anche Alba De Cespedes, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, oltre allo stesso Zavattini.

Il concorso ha un successo straordinario, le storie arrivano a centinaia, la macchina pubblicitaria su giornali e radio lavora a pieno ritmo, la giuria si riunisce per mesi, viene individuata la Casa di produzione, fino a quando non vengono proclamate, ex equo, tre vincitrici. Poi, tutto si interrompe. La guerra si rivela ben diversa da quanto propagandato, l'Italia è scossa da fame, bombardamenti, scioperi. Non è più tempo per sogni, al femminile per giunta, sul grande schermo.

Rimangono però le storie vere di quelle donne, così diverse tra di loro, e tutte incredibilmente vive ancora oggi e riemerse dalle pagine dei giornali: che abbiamo ritrovato, letto e selezionato. E così, ottanta anni dopo, il film è stato finalmente realizzato.

I film di Luce Cinecittà al 40° Torino Film Festival

Anna Villari Cipria Giovanni Piperno TFF40 Torino Film Festival
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