TFF 40 CIPRIA intervista a Giovanni Piperno e Anna Villari

Ci vuole fiducia nei materiali d'archivio, si finisce quasi sempre per trovare delle perle

Giovanni Piperno e Anna Villari raccontano “Cipria“, film prodotto e distribuito da Luce Cinecittà e passato fuori concorso al 40° Torino Film Festival nella sezione Fedeli alla linea.
Cipria è una storia di fantasmi“, esordisce il regista Giovanni Piperno, “perché erano delle storie che da ottant’anni aspettavano di essere visualizzate. E poi c’è in qualche modo anche il fantasma di Zavattini che sta dietro a questa proposta di concorso per avere delle vite vere di donne del 1941 in Italia“.
Aggiune Anna Villari: “Cipria è anche la storia di un sogno ardito nell’Italia del ’41. Un concorso pubblicitario frivolo, per lanciare un prodotto di bellezza. Ma il concorso promette qualcosa di molto grande per l’immaginario del momento: si chiede alle donne di inviare la storia vera della loro vita e alle donne che vinceranno si promette di trasformare la loro vita vera in un film“.
La ricerca del materiale d’archivio, anche durante i mesi del lockdown, è stata fatta in tutta Italia trovando grande collaborazione dappertutto. Accanto al materiale d’archivio sono state fatte delle riprese per integrare quelli che potevano essere dei buchi, racconta ancora il regista, ma, per non spezzare il flusso della narrazione, le riprese moderne contengono sempre dei materiali antichi proiettati sui set dove il film è stato girato.
Ci vuole molta fiducia nei materiali d’archivio, perché anche se si corre il rischio di perdersi tra questo tipo di materiale, si finisce quasi sempre per trovare delle perle, come il materiale del marchese Chiari, da poco acquistato dal Luce, che contiene anche elementi sonori, e che, chiosa Piperno “abbiamo proprio saccheggiato non solo per la storia principale ma anche, per esempio, per le scene ambientate a Parigi“.
Quindi, conclude Anna Villari, “evviva la ricerca d’archivio“.

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La scheda del film

Luce Cinecittà al Torino Film Festival