Dino De Laurentiis, il produttore

L'11 novembre del 2000 moriva il produttore Dino De Laurentiis

Conservata nel Fondo Canale e ancora inedita sul nostro portale e rilasciata nel 2009 per un documentario su Vittorio De Sica, in questa intervista Dino De Laurentiis, scomparso negli Stati Uniti il 10 novembre del 2010, parla del cinema in Italia nel dopoguerra e dei suoi protagonisti: “Un’Italia sconfitta, occupata dagli americani, non esisteva un’industria cinematografica eppure c’era un gruppo di cineasti, Rossellini, De Sica, Amidei, Fellini, Lattuada, io stesso, decisi a fare il cinema comunque, anche con pochi mezzi. E in quel periodo nacquero dei capolavori che sono i film più belli della storia del cinema italiano“. Nacque un linguaggio nuovo, spiega ancora De Laurentiis, il neorealismo. “Ma la verità è che noi lo consideravamo il cinema dei poveri. Cioè non avendo industria, non avendo stabilimenti, non avendo mezzi ci arrangiavamo a girare per le strade, nelle case vere, dappertutto e da qui nacque la frase neorealismo. De Sica fu uno dei pionieri di questo cinema. Era un genio destinato a passare alla storia“.

Dopo essersi soffermato su De Sica, sulla sua capacità di saper far recitare chiunque, anche attori presi dalla strada: “Aveva il dono della comunicazione, aveva il dono di saper motivare gli attori“, De Laurentiis passa ad analizzare il cinema di oggi che, a suo parere, non ha niente a che vedere con quello di allora. “Il cinema è finito, dovrebbero nascere dei nuovi De Sica, dovrebbero nascere dei nuovi Fellini, dovrebbero nascere dei nuovi Lattuada, dei nuovi Antonioni. Ma questi grandi registi di allora nascevano perché dietro di loro c’erano dei produttori come me, come Ponti, come Cristaldi. Oggi questi produttori non esistono più perché lavorano praticamente per il piccolo schermo, per la televisione o fanno pochi film. Il cinema è fatto da gente geniale. Come fai a inventare un Fellini, Fellini è un mito che sarà nella storia di tutti i tempi. Se ci sono dei produttori dietro a scoprire dei nuovi talenti allora può darsi che il cinema italiano possa riprendersi. Ma ci vorrebbe una legge diversa e un governo diverso. Perché i politici in Italia non hanno mai visto di buon occhio il cinema italiano”.

Dino De Laurentiis tra gli anni Cinquanta e i Sessanta

De Laurentiis è stato uno dei più importanti produttori italiani del Novecento: dal primo del 1939, I Grandi magazzini di Mario Camerini, ha firmato film di enorme successo: Riso Amaro di De Santis a Guardie e Ladri di Steno e Monicelli, del 1951, che valse a Totò il Nastro d’Argento come migliore attore; da Europa ’51 di Rossellini a Le notti di Cabiria di Fellini, premio Oscar come miglior film straniero nel 1958 a Jovanka e le altre del 1960 e poi via via fino ad Hannibal Lecter del 2007.

Dino De Laurentiis e i suoi teatri di posa sulla Pontina, conosciuti come Dinocittà, dove nascono molti dei film che produce, come Barabba.

Un capitolo a parte meriterebbe il suo rapporto con Silvana Mangano: i due si conobbero sul set di Riso amaro nel 1948 e si sposarono l’anno successivo. L’attrice compare con lui in numerosi cinegiornali: nel 1951 sono insieme alla prima di Miracolo a Milano; l’anno dopo a Venezia durante il festival. Lei fa da madrina a una partita di calcio tra due squadre della De Laurentiis, distribuzione e produzione. Sono insieme all’Olimpico durante il derby Roma Lazio e lui va da lei in clinica con i figli in occasione della quarta figlia.

L’ultimo filmato in cui compare De Laurentiis, del Fondo Canale, è dell’aprile del 2010, pochi mesi prima della sua scomparsa, quando con la moglie Martha Schumacher, sposata nel 1990, si reca a Cinecittà per la consegna dei David di Donatello.