La maturità del 2020

Un esame senza prove scritte e senza pubblico. La maturità del 2020 è già nei libri di storia

L’esame di maturità viene considerato generalmente lo spartiacque nella vita dei ragazzi che lo affrontano: c’è un prima e un dopo. Qualcuno continuerà a studiare, in Italia non tantissimi, altri affronteranno il mondo del lavoro. Ma quel rito di passaggio resterà a lungo impresso nelle loro teste. Non a caso alla Maturità hanno dedicato libri, canzoni e film.

Sarà certamente così anche per chi affronterà quest’anno una prova molto diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta. Diversa a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19, che ha costretto a casa gli studenti da fine febbraio – inizio marzo. Studenti che torneranno negli edifici scolastici solo per sostenere un esame privo degli scritti e molto contingentato nei tempi. Un esame cui non potranno assistere né parenti né amici e che sarà probabilmente festeggiato in maniera più parca che negli anni precedenti. Un esame che per tutti questi motivi rimarrà non solo nelle loro teste ma nella memoria collettiva dell’intero paese.

L’esame di maturità di cui si parla nel primo servizio tra quelli selezionati qui sopra, del 1958, è ancora figlio della riforma di Giovanni Gentile, datata 1923, la più fascista della riforme, come la definì Mussolini.

Un primo cambio lo si ebbe nel 1969. Doveva essere una riforma sperimentale ma nel 1988 era ancora in vigore, anche se come si sostiene nel servizio del Caleidoscopio Ciac, comincia ad apparire vecchia.

In archivio sono conservati molti servizi dedicati alla scuola, agli studenti, ai docenti. Pochi però quelli inerenti specificatamente la Maturità. Si parla di inizio della scuola, con i toni enfatici del ventennio; delle problametiche inerenti le materie di insegnamento, di fatti drammatici accaduti all’interno dei licei. Non mancano i reseconti dall’estero e si arriva al caso eclatante del liceo Parini di Milano con il giornaletto La zanzara che tanto scalpore fece nel 1966. Diversi servizi sono poi dedicati a quello che è sempre stato un rito di inizio anno scolastico: il mercatino dei libri usati.